Subito dopo la guerra conosce Mario Battistel, che diventerà suo socio in affari e col quale intravede un futuro nel business del cotone. Ottenuto un prestito da un ebreo americano conosciuto per caso, Amiotti e Battistel vanno negli Stati Uniti a “studiare il cotone” ed ottengono nel 1926 – primi europei – le licenze numero 74 e 75 dal Ministero dell’Agricoltura statunitense, secondo lo United States Cotton Act, per valutare e commerciare le fibre di cotone.
Nasce la Battistel Amiotti , di cui troviamo traccia negli archivi della Banca Commerciale Italiana, in una lettera di presentazione di Raffaele Mattioli del 1936. In quegli anni, con l’aiuto del giovanissimo nipote Giuseppe Bellomo, Luigi Amiotti è tra i primi italiani a coltivare cotone nell’Africa Orientale Italiana, in cui ottiene dal governo una concessione di un’ampia regione totalmente vergine, da disboscare e da avviare da zero alla produzione cotoniera. E’ un successo, che si deve interrompere all’inizio del secondo conflitto mondiale.
Nel secondo dopoguerra la Battistel Amiotti diventa una dei principali broker italiani di cotone, con stabili collegamenti coi mercati di produzione americano ed egiziano, da un lato, e con le filature e tessiture cotoniere italiane dall’altro. Avendo scoperto una linea telex rimasta inattiva dopo la guerra tra gli Stati Uniti e Londra, la utilizza per offrire al mercato italiano – attraverso l’Associazione Cotoniera – le quotazioni del giorno della Borsa Merci di Chicago per tutti gli anni ’50 e ’60. Sono gli anni del boom economico, al quale il commendator Amiotti dà il suo contributo dagli uffici di Corso Vittorio Emanuele a Milano, anche dopo la morte immatura del socio Battistel.
Alla fine degli anni ’50 Luigi Amiotti vuole ritornare ad Albonese, dove si fa costruire una bella villa con ampi e curatissimi giardini, in cui passare i fine settimana e poi gli anni del meritato riposo. La chiamerà “Villa Enrica”, dove inviterà a vivere la sorella Enrica e la nipote Maria Bellomo.